Baskin: uno sport inclusivo o "best practice for inclusion disability"

Baskin: uno sport inclusivo o "best practice for inclusion disability"

Il Baskin (Integrated Basketball) nasce dall’idea di educatori, genitori e docenti di educazione fisica che nel 2003 a Cremona hanno inventato questo sport con l’obiettivo che fosse effettivamente inclusivo: infatti, c’è una perfetta inclusione tra “normodotati” e persone con disabilità sia intellettiva che motoria tanto che in letteratura scientifica viene identificato come «best practice for inclusion disability» da Kiuppis (2021) (1). Questa tipologia di inclusione, chiamata «integrazione inversa», avviene perché i soggetti “normodotati” sono in minoranza rispetto ai soggetti con disabilità (2) e, secondo Magnanini et al., (2018), è ottenuta anche tramite alcuni importanti fattori come (3):

  • Materiale diverso per capacità dei giocatori; infatti, i componenti della squadra con disabilità utilizzano canestri ridotti in altezza e palle più leggere e maneggevoli;

  • Aree di gioco non accessibili a determinate tipologie di atleti, in questo modo non si permette di ridurre la capacità di inclusione e di libertà di azione degli atleti con disabilità;

  • Valutazione delle capacità dei giocatori; i partecipanti vengono valutati, attraverso un punteggio di cartellino con cui costruire la squadra, sui compiti motori che riescono a svolgere (motricità di base, specifica e sport-specifica) e a loro cui vengono assegnati punteggi;

  • Azioni proibite e consentite sui casi specifici: ad esempio, non è possibile marcare i soggetti con le maggiori disabilità;

  • Regole che obbligano alla cooperazione per la vittoria finale, infatti un giocatore “abile” può decidere di concedere sempre il tiro ad uno con disabilità se ritiene che egli riesca ad ottenere più punti.

Caratteristiche e regole del Baskin

Campo di gioco. Il Baskin si svolge in un campo di pallacanestro di dimensioni regolari (15 x 28 metri) in cui sono posti due canestri di altezza ridotta (1,10 metri di altezza) nel punto mediano dei lati lunghi (e nell’occasione anche nei lati corti) che permette il tiro agli atleti con disabilità.

Regole. Come ogni partita di pallacanestro, l’obiettivo è di conseguire il maggior numero di punti facendo entrare la palla (di varie dimensioni) dentro al canestro. La partita prevede quattro tempi di gioco della durata di sei minuti ciascuno per un totale di ventiquattro minuti.

Squadre. Ogni squadra ha quattordici giocatori in totale, ma in campo non possono esserci in contemporanea più di sei giocatori per squadra, di cui almeno tre con disabilità. Ad ogni giocatore viene assegnato un punteggio in ordine crescente (da 1 a 5) in base al suo grado di “normalità” (più un soggetto ha una disabilità severa e meno il suo punteggio di cartellino è basso, n.d.r.). Il totale della squadra in campo non deve superare 23 punti. Gli atleti con un cartellino da 4 e 5 sono considerati con caratteristiche “normali”, con ottime qualità di coordinazione e velocità di corsa e con la possibilità di eseguire i fondamentali[1] dello sport. Invece, il ruolo 3 non possiede una coordinazione ottimale così come velocità di corsa, mentre i ruoli da 1 e 2 punti sono quelli che hanno difficoltà a deambulare (sono chiamati pivot proprio perché non possono muoversi) e possono solo tirare nei canestri bassi e con palle dalle dimensioni ridotte. Per un approfondimento si consiglia di visitare il sito dedicato: www.baskin.it.

Da una indagine statistica svolta su 395 partite con giocatori tra i quattordici e quarantadue anni emerge che i punti segnati dal numero 2 sono quelli che permettono alla squadra di vincere e che i ruoli 1, 2 e 5 sono quelli che statisticamente segnano i maggiori punti (4). Di conseguenza, quando ci si riferiva alla necessità di cooperazione, da questa ricerca si evince che per vincere i giocatori di punteggio 3 e 4 dovrebbero consegnare più spesso la palla ai pivot.

BIBLIOGRAFIA

1. Kiuppis F. Disability inclusion in sport for all: Baskin as a best practice model. In: Research Handbook on Sports and Society [Internet]. Edward Elgar Publishing; 2021 [cited 2021 Jun 20]. p. 291–306. Available from: https://www.elgaronline.com/view/edcoll/9781789903591/9781789903591.00031.xml

2. Hutzler Y, Chacham-Guber A, Reiter S. Psychosocial effects of reverse-integrated basketball activity compared to separate and no physical activity in young people with physical disability. Res Dev Disabil. 2013 Jan 1;34(1):579–87.

3. Magnanini A, Moliterni P, Ferraro A, Cioni L. Integrated Sport : Keywords of an Inclusive Model Integrated Sport : Keywords of an Inclusive Model. 2018;(November).

4. Sisti D, Amatori S, Bensi R, Vandoni M, Calavalle AR, Gervasi M, et al. Baskin–a new basketball-based sport for reverse-integration of athletes with disabilities: an analysis of the relative importance of player roles. Sport Soc [Internet]. 2021;24(2):277–85. Available from: https://doi.org/10.1080/17430437.2019.1640212