Running economy: la fisiologia dei campioni della maratona - Parte 1

Running economy: la fisiologia dei campioni della maratona - Parte 1


Questo articolo è tratto principalmente dalla review di Kyle R. Barnes & Andrew E. Kilding (2019). Running economy: measurement, norms, and determining factors, Sports Medicine – Open 1:8.


RUNNING ECONOMY: EFFICIENZA CARDIORESPIRATORIA E METABOLICA - Parte 2

RUNNING ECONOMY: - CARATTERISTICHE BIOMECCANICHE - Parte 3

RUNNING ECONOMY: PARAMETRI NEUROMUSCOLARI - Parte 4



Introduzione

L’economia di corsa o running economy (RE) è il consumo di ossigeno in stato stazionario (VO2) ad una determinata velocità di corsa submassimale (1). In pratica, i corridori con un’ottima RE consumano meno ossigeno rispetto ai corridori con un’economia di corsa inferiore quando sono comparati rispetto alla stessa velocità di locomozione. Questo parametro è molto importante perché è un eccellente predittore della prestazione nelle competizioni di fondo soprattutto in un gruppo di atleti con massimo consumo di ossigeno (VO2max) omogeneo (2). Inoltre, la RE può variare anche del 30% in soggetti con VO2max simile (2), infatti è un insieme di molteplici fattori.

Rappresentazione dell'economia di corsa in due soggetti con lo stesso consumo di ossigeno (VO2max)

Un parametro multifattoriale

La RE è un parametro multifattoriale; infatti, è una combinazione di variabili metaboliche, cardiopolmonari, biomeccaniche, neuromuscolari e genetiche (3–6)

· Efficienza metabolica. Utilizzo e disponibilità dell’energia per facilitare la prestazione;

· Efficienza cardiopolmonare. Riduzione del lavoro cardiaco per i processi relativi all’utilizzo e al trasporto dell’ossigeno;

· Caratteristiche biomeccaniche e neuromuscolari. È l’interazione tra il sistema nervoso e il sistema muscoloscheletrico e la loro abilità di trasformare la potenza erogata in un’azione (es. di locomozione);

· Fattori genetici. Sono ancora poco studiati, ma si ritiene che abbiano una parte attiva nella definizione della RE “innata” e di quella potenzialmente raggiungibile.

Misurazione dell’economia di corsa

Per misurare la RE è necessario quantificare il VO2 durante più prove in pista o sul tappeto ad una velocità costante per un tempo sufficiente per consentire al soggetto di raggiungere lo stato stazionario di consumo di ossigeno ad ogni velocità (solitamente nel range 3-15 minuti, con 4 minuti la durata più utilizzata sia per soggetti moderatamente allenati sia per atleti d’élite). Per capire che si è in uno stato stazionario si utilizzano i prelievi del lattato ed il quoziente respiratorio (RER <1) (7).

Per confrontare tra soggetti la RE si utilizza il valore relativo al peso corporeo per minuto (ml.kg-1.min-1) o il consumo totale di ossigeno necessario per correre un chilometro sempre relativamente al peso corporeo (ml.kg-1.km-1) (8). Inoltre, non è raro trovare le scale allometriche per normalizzare la RE rispetto al volume corporeo (come dovrebbe essere fatto anche per il VO2max). Questa operazione si ottiene elevando a 0,67 o 0,75 (ml.kg-0,67.min-1). Un altro modo è quello di esprimere il valore in base al costo calorico (kcal.kg-1.km-1) (9). Il parametro solitamente più utilizzato per i confronti tra individui è quello relativo alla velocità di 16 km/h (6:00/miglio o 3:44/chilometro).

Valori normativi dell’economia di corsa

Fattori confondenti nella misurazione dell’economia di corsa

La RE soffre di alcune limitazioni derivanti dalla sua misurazione, esse sono:

· La misura ottenuta in laboratorio controllato non tiene conto di fattori come la resistenza dell’aria e il vento;

· La misurazione effettuata sul tappeto utilizza una cinematica e attivazione muscolare differente rispetto a quella tenuta in pista;

· La prescrizione dei test in differenti momenti della giornata risente della variazione circadiana fisiologica del corpo.

Inoltre, è da tenere sempre presente che ci può essere una variabilità intra-individuo dell’ordine del 1,3%-5% a velocità tra i 12 e i 18 km/h in soggetti moderatamente allenati ed atleti d’élite (1).


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BIBLIOGRAFIA


1. Barnes KR, Kilding AE. Running economy: measurement, norms, and determining factors. Sport Med - Open [Internet]. 2015 Dec 1 [cited 2022 Jan 14];1(1):1–15. Available from: https://sportsmedicine-open.springeropen.com/articles/10.1186/s40798-015-0007-y

2. J T Daniels. A physiologist’s view of running economy. Med Sci Sport Exerc. 1985;17(3):332–8.

3. Saunders PU, Pyne DB, Telford RD, Hawley JA. Factors Affecting Running Economy in Trained Distance Runners. Sport Med 2004 347 [Internet]. 2012 Sep 4 [cited 2022 Jan 14];34(7):465–85. Available from: https://link.springer.com/article/10.2165/00007256-200434070-00005

4. Bonacci J, Chapman A, Blanch P, Vicenzino B. Neuromuscular Adaptations to Training, Injury and Passive Interventions. Sport Med 2009 3911 [Internet]. 2012 Oct 23 [cited 2022 Jan 14];39(11):903–21. Available from: https://link.springer.com/article/10.2165/11317850-000000000-00000

5. Anderson T. Biomechanics and Running Economy. Sport Med 1996 222 [Internet]. 2012 Oct 19 [cited 2022 Jan 14];22(2):76–89. Available from: https://link.springer.com/article/10.2165/00007256-199622020-00003

6. Rodas G, Calvo M, Estruch A, Garrido E, Ercilla G, Arcas A, et al. Heritability of running economy: a study made on twin brothers. Eur J Appl Physiol Occup Physiol 1998 776 [Internet]. 1998 May [cited 2022 Jan 14];77(6):511–6. Available from: https://link.springer.com/article/10.1007/s004210050368

7. D L Conley, G S Krahenbuhl. Running economy and distance running performance of highly trained athletes. Med Sci Sport Exerc . 1980;12(5):357–60.

8. Foster C, Lucia A. Running Economy. Sport Med 2007 374 [Internet]. 2012 Nov 29 [cited 2022 Jan 14];37(4):316–9. Available from: https://link.springer.com/article/10.2165/00007256-200737040-00011

9. Fletcher JR, Esau SP, MacIntosh BR. Economy of running: Beyond the measurement of oxygen uptake. J Appl Physiol [Internet]. 2009 Dec [cited 2022 Jan 14];107(6):1918–22. Available from: https://journals.physiology.org/doi/abs/10.1152/japplphysiol.00307.2009