Determinanti fisiologici della prestazione di endurance

Determinanti fisiologici della prestazione di endurance


Parametri fisiologici dei maratoneti d'élite


La prestazione di fondo si può dividere in tre categorie:

Ø Fondo veloce (800m, 1500m);

Ø Fondo lungo (5000m, 10000m, maratona)

Ø Fondo ultra-lungo (ultramaratona).

La prestazione di fondo, dalla suddivisione appena mostrata, ha una durata minima di 100 secondi (800m) con un limite di giorni e/o settimane (ultra-fondo). Dal punto di vista dell’intensità si ha un massimo del 115% VO2max (800m) ed un minimo medio del 50% VO2max (ultra-fondo) (Billat, 2001; Blondel et al., 2001). Più la competizione è veloce e più sono importanti fattori come l’abilità di resistere all’acidosi metabolica, mentre più la gara è di fondo lungo e più è vitale la disponibilità dell’utilizzo dei substrati energetici e, ad esempio, la termoregolazione (Coyle, 1999).

La prestazione di fondo, quindi, è determinata principalmente da tre fattori fisiologici:

Ø Massimo consumo di ossigeno (VO2max);

Ø Economia di corsa (RE);

Ø Soglia lattacida o anaerobica (SL, SA).

MASSIMO CONSUMO DI OSSIGENO (VO2max)

Il massimo consumo di ossigeno è la velocità massima con cui viene re sintetizzata la molecola energetica (ATP) attraverso la via aerobica (od ossidativa). Lo standard internazionale per i corridori di fondo maschi è di 70-85 ml-kg-1.min-1, mentre per le femmine è di 60-75 ml-kg-1.min-1 (Davies & Thompson, 1979). Solitamente il valore maggiore è rilevato nel fondo veloce (5000m); si ipotizza perché la loro competizione si svolge al 94-98% del valore massimo (Billat, 2001).

L’economia di corsa è il costo in ossigeno del correre ad una certa velocità (ml-kg-1.min-1). C’è una variabilità anche del 30% in questo parametro tra corridori d’élite. Per un approfondimento sulla RE si consiglia l’articolo completo: Running Economy: la fisiologia dei campioni della maratona – Parte 1.

La concentrazione di lattato ematico (La-) rispetto il VO2max è un’altra variabile molto importante per il corridore di fondo. In pratica, più la velocità di corsa che non permette di accumulare una quantità di La- che non può essere smaltito in continuazione è alta (produzione della molecola vs clearance della stessa in equilibrio, n.r.d.), e più l’atleta è performante. Su questo tema è stato già scritto un articolo di cui si consiglia la lettura: Clearance del lattato

BIBLIOGRAFIA

Billat, L. V. (2001). Interval training for performance: A scientific and empirical practice. Special recommendations for middle- and long-distance running. Part I: Aerobic interval training. In Sports Medicine (Vol. 31, Issue 1, pp. 13–31). Adis International Ltd. https://doi.org/10.2165/00007256-200131010-00002

Blondel, N., Berthoin, S., Billat, V., & Lensel, G. (2001). Relationship between run times to exhaustion at 90, 100, 120, and 140% of vV̇O2max and velocity expressed relatively to critical velocity and maximal velocity. International Journal of Sports Medicine, 22(1), 27–33. https://doi.org/10.1055/s-2001-11357

Coyle, E. F. (1999). Physiological determinants of endurance exercise performance. Journal of Science and Medicine in Sport, 2(3), 181–189. https://doi.org/10.1016/S1440-2440(99)80172-8

Davies, C. T. M., & Thompson, M. W. (1979). Aerobic performance of female marathon and male ultramarathon athletes. European Journal of Applied Physiology and Occupational Physiology 1979 41:4, 41(4), 233–245. https://doi.org/10.1007/BF00429740