Teoria & Metodologia del Monitoraggio degli Atleti

Link al Volume 2: Monitoraggio Submassimale dell'Atleta: Fisiologico, Psicologico & Prestativo


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In foto: Immagine scattata da Petrarelli, A. & Beltramini, L. (Fotografi). Scatto della partita di Peroni Top12 tra l’A.S.D. Rugby Lyons e Rugby Colorno S.C.A.R.L. Sportiva Dilettantistica. 25 gennaio 2019. (Fotografia). Nell’immagine sono rappresentati i giocatori Lorenzo Maria Bruno (centro), Leonardo Subacchi (destra) e Joaquin Paz (sinistra).


"Dalla quantificazione del carico di lavoro all’identificazione precoce di situazioni di sotto-prestazione sportiva e applicazione di una periodizzazione non lineare flessibile tramite un monitoraggio comprensivo (24-h) dell'atleta"

𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑙𝑖𝑏𝑟𝑜 𝑒̀ 𝑝𝑒𝑟:

𝑃𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑓𝑖𝑠𝑖𝑐𝑖, 𝑎𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑜𝑟𝑡 𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎𝑟𝑒

𝑃𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙 𝑇𝑟𝑎𝑖𝑛𝑒𝑟

𝑂𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖 (𝑓𝑖𝑠𝑖𝑜𝑡𝑒𝑟𝑎𝑝𝑖𝑠𝑡𝑖 [𝑝𝑠𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑜𝑟𝑡])

𝑆𝑝𝑜𝑟𝑡𝑖𝑣𝑖/𝑎𝑡𝑙𝑒𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑒𝑛𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑎

𝑅𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑢𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖 𝑠𝑢𝑙 𝑏𝑖𝑛𝑜𝑚𝑖𝑜 𝑓𝑖𝑡𝑛𝑒𝑠𝑠-𝑓𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎

𝗔𝗽𝗽𝗹𝗶𝗰𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗶𝗻 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝘁𝗶𝗽𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗾𝘂𝗮𝗱𝗿𝗮 (𝗮𝗲𝗿𝗼𝗯𝗶𝗰𝗶, 𝗮𝗻𝗮𝗲𝗿𝗼𝗯𝗶𝗰𝗶, 𝗺𝗶𝘀𝘁𝗶𝗲𝘀. 𝗰𝗶𝗰𝗹𝗶𝘀𝗺𝗼, 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗼, 𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼, 𝗿𝘂𝗴𝗯𝘆, 𝗽𝗼𝘄𝗲𝗿𝗹𝗶𝗳𝘁𝗶𝗻𝗴, 𝘄𝗲𝗶𝗴𝗵𝘁𝗹𝗶𝗳𝘁𝗶𝗻𝗴, 𝘁𝗲𝗻𝗻𝗶𝘀, 𝗲𝗰𝗰.) 𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗳𝗶𝘁𝗻𝗲𝘀𝘀 (𝗳𝗶𝘁𝗻𝗲𝘀𝘀, 𝗯𝗼𝗱𝘆𝗯𝘂𝗶𝗹𝗱𝗶𝗻𝗴)

Tratti dal seguente libro:

Condizioni di sottoprestazione sportiva

Quantificazione del carico esterno oggettivo dal monitoraggio della frequenza cardiaca (TRIMP)

Rapporto Acue:chronic workload ratio

Adattamenti fisiologici all'alta quota e ricadute sulla prestazione

Maggiori cicli dell'essere umano: ciclo mestruale, ciclo circadiano e sonno/veglia


PREFAZIONE


Nel mondo d’élite e nelle caserme militari ormai è consolidato che per programmare una seduta di allenamento non possa esistere un metodo collettivo (applicare lo stesso stimolo ad ogni giocatore o soldato di un team (1), ma che debba essere il più possibile individualizzato sulle caratteristiche personali (fisiche e mentali) (2-7), infatti, per esempio, ognuno porta con sé un proprio rischio stratificato per gli infortuni dovuto a caratteristiche fisiologiche, psicologiche e biomeccaniche. Per poter sviluppare un’individualizzazione estrema dell’allenamento si devono applicare dei test prestativi che quantificano la fatica neuromuscolare, il rischio di infortuni da sovraccarico, la prontezza alla prestazione e monitorare il carico di lavoro a cui sono sottoposti gli atleti, oltre che basarsi sul loro feeling in giornata (8,9).

Questo procedimento è possibile solo recentemente grazie all’utilizzo di strumentazione indossabile e da campo poco invasiva che è ormai diventata una pratica sistematica quotidiana (6). Essa è in grado di quantificare il lavoro che ha effettuato l’atleta (carico esterno) in abbinamento alle sue risposte fisiologiche (carico interno) e quanto la sua prestazione è diminuita (o migliorata) rispetto al suo miglior stato di forma potenziale permettendo di rinforzare la pratica dell’allenatore con dati oggettivi, validi, precisi e accurati. È un campo così recente che coloro che ci lavorano hanno più domande che risposte. Questo libro ha l’ambizione di rispondere a molte di esse e nel caso ciò non avvenisse (perché attualmente la ricerca non è ancora approfondita ed esaustiva) di fornire un metodo di problem solving che permette di essere indipendenti nella gestione delle situazioni più spinose. Infatti, questo libro è in grado di unire la pratica lenta del ricercatore da campo al servizio dei feedback veloci e pratici che vuole giornalmente lo staff in campo per rispondere, ad esempio, alle seguenti domande: “Qual è la dose minima efficacie per aumentare (o mantenere) la prestazione senza incorrere in eccessiva fatica? Qual è la dose massima tollerabile prima che il soggetto mostri danni da sovraccarico? L’atleta è pronto per tornare in campo dopo un infortunio? L’atleta si sta adattando in maniera positiva o negativa al carico di lavoro imposto? È possibile riconoscere precocemente se un atleta si sta dirigendo verso una condizione di sotto-prestazione sportiva?” ed infine, “come applicare una periodizzazione non lineare flessibile?”.

Applicato nel mondo reale è per tutte quelle figure che orbitano interno alla periodizzazione e programmazione dell’allenamento, ma anche del regime alimentare e della salute mentale (11,12). Nel caso di ambienti d’élite e professionistici è normale assumere una persona con queste professionalità, certe volte è l’assistente del preparatore fisico, altre volte, negli ambienti internazionali, è una figura ben distinta chiamata Sport Scientist. Il suo ruolo è importante perché permette di mostrare quale atleta riesce a sopportare meglio la pressione della competizione (quindi è colui, ad esempio, che potrebbe essere scelto per tirare un rigore) o di far aumentare l’ingaggio monetario di un altro perché è migliorato più di tutti i suoi pari nella stagione o, tradotto con un altro esempio, accumula meno lattato ed ha una migliore potenza relativa, per cui può essere il capitano della squadra di ciclismo (9). Lo Sport Scientist deve avere conoscenze su come collezionare i dati, proporre e standardizzare i test, stabilire la validità interna, interpretarli e saperli presentare tramite report a tutto lo staff (14-16). In ambienti con meno fondi (semi-professionisti) è probabile che sia il preparatore atletico che, nonostante abbia poco tempo e attrezzatura a disposizione (11), applichi questo controllo con strumenti accessibili, economici e semplici da usare.

Questa trattazione che comprende il Volume 1 e il Volume 2 si riferisce solo ai markers fisiologici, prestativi e psicologici senza addentrarsi nelle variabili biochimiche ed ormonali (come lattato, parametri sanguigni, livelli di testosterone, ecc.) per la loro ulteriore difficoltà di introduzione e applicazione in un ambiente sportivo e perché necessitano di un team medico che poche squadre possono permettersi. Questo manuale è totalmente basato sulle ultime ricerche disponibili del tema in questione derivanti dalle massime serie di sport di squadra di livello internazionale (Premier League, Ligue 1, squadre ciclistiche partecipanti al Tour de France, ecc..), ma anche svolte sugli atleti di sport individuali olimpici. Si tratta una sorta di una review comprensiva. Quindi, da questo manuale, si può estrapolare una infinità di ricerche brevi (applicazione di poche settimane) e di progetti di ricerca triennali sul binomio “fitness-fatica”, “carico di lavoro e infortuni”, “carico di lavoro e malattia” e “prontezza alla prestazione” (12). È spendibile per tutti gli studenti di laurea magistrale che vogliono sviluppare una tesi sperimentale pubblicabile su riviste ad alto impatto e a tutti i dottorandi di ricerca in questo ambito, anche solo considerandolo come una raccolta bibliografica aggiornata ai primi mesi del 2021. In aggiunta, questo manuale vuole essere un punto fermo nella metodologia da usare per applicare le varie variabili per monitorare gli atleti, in quanto ad oggi in ambienti internazionali di calcio ci sono ancora tante differenze nel loro utilizzo, come ad esempio in riferimento alla frequenza cardiaca di riserva e variabilità cardiaca (13).

Questa opera è divisa, per adesso, in due volumi, per renderla più maneggevole, per cui si è creato il primo volume principalmente, il primo “teorico” ed il secondo “pratico”.

Nel primo volume si parla, quindi, di teoria e metodologia della pratica di monitoraggio degli atleti e, si mettono le basi razionali (contesto, motivazione, finalità ecc..) per cui oggigiorno si deve applicare una sorta di monitoraggio sull’atleta. A seguire si ha una spiegazione molto concisa, ma funzionale, degli attrezzi che servono per poter effettuare il monitoraggio e si mostrano tutte le variabili potenzialmente estrapolabili dalla strumentazione, così che, quando si volesse acquistarli, si sa il perché prenderli e se siano realmente utili al fine per cui si vorrebbe usarli. Probabilmente pochi sapranno che si può utilizzare validamente uno sfigmomanometro per misurare la forza isometrica nelle persone (atleti compresi) o un inclinometro digitale per misurare l’angolo di dorsiflessione plantare (al costo di neanche 50). Nella terza parte si riassume brevemente alcune delle maggiori variabili confondenti che si devono tenere in considerazione quando si monitora la prestazione attraverso dei test: ritmo circadiano, ciclo di sonno e veglia, ciclo mestruale e gli adattamenti all’alta quota e l’acclima(ta)zione al caldo. Infatti, ognuno di questi capitoli ha una sua influenza nel contestualizzare la prestazione (test di prontezza), sul recupero individuale e sulle variabili del carico interno ed esterno (frequenza cardiaca in primis). La parte finale è una rappresentazione teorica (ma derivante dalla pratica reale) di un monitoraggio di una squadra d’élite di rugby, calcio e di un atleta di sollevamento pesi e di maratona. Attraverso questi esempi si è in grado di avere uno spettro della maggior parte delle attività, infatti sono mostrati due sport collettivi che differiscono per quantitativo di collisioni e di richieste di forza e potenza, così come due sport singoli opposti tra di loro (anaerobico alattacido e aerobico di lunga durata per definizione).

Il secondo volume, intitolato: “Monitoraggio Submassimale dell’Atleta, Fisiologico, Psicologico & Prestativo” entra nella parte pratica del monitoraggio e interpretazione dei dati. Infatti, elenca ogni tipologia di variabile fisiologica, prestativa e psicologica che può essere utilizzata per quantificare lo stato di fitness-fatica del giocatore. Si passa da quelle derivanti dal carico interno oggettivo (FCrec, HRv, FCmax ecc..), a quelle che identificano un affaticamento neuromuscolare (test di salto, piegamento pliometrico, velocità massima, test isometrici ecc..), a quelle che riflettono un affaticamento cognitivo (velocità psicomotoria ecc..) e, infine, a quelle che permettono di conoscere se il soggetto si sente di non recuperare appieno (questionari psicologici). Ogni variabile è mostrata seguendo un procedimento identico per ognuna: definizione, risposta al carico acuto e cronico, misurazione e monitoraggio, statistica, interpretazione e applicazioni pratiche. Questo per rendere la lettura e la ricerca delle informazioni estremamente facile e funzionale. Al termine dei primi due volumi il lettore è in grado di applicare la sua idea di monitoraggio della prestazione e del carico di lavoro basandosi su una logica guidata dalla scienza.

La parte statistica e metodologica su come standardizzare i test e calcolare l’affidabilità e validità degli stessi tramite il processo di test-retest viene mostrata in maniera esaustiva sul sito dell’autore (www.matteofortunati.it) in attesa di poterla pubblicare in un libro a parte. In particolare, si mostra come applicare la statistica inferenziale (SEM, CV, MCI, TEM, DS) ad ogni risultato ottenuto tramite il monitoraggio sull’atleta. È questa parte che permette di pensare e attuare le decisioni in maniera indipendente basandosi su un approccio guidato dalla scienza.

Le idee e le linee guida mostrate si possono implementare a tutti gli sport, ma anche a soggetti con malattie croniche (metaboliche, cardiache ecc.) (14). È anche altamente consigliato per tutti i Personal Trainer per alzare l’asticella della loro professionalità in quanto si riesce a quantificare ancora di più le sensazioni di fatica dei soggetti e, di conseguenza, fidelizzare il cliente, ma, è anche rivolto a tutti gli amatori che vogliono gestirsi in solitudine il loro allenamento, in quanto, a patto di avere una minima base di fisiologia, possono usufruire di questo manuale.

Per concludere, si consiglia a tutte le società professionistiche e semiprofessionistiche di ogni sport di aprire le porte agli studenti e ricercatori referenziati dal proprio dipartimento di scienze motorie per portare avanti la conoscenza, in quanto, più si verificano ipotesi nel mondo reale, più si può aiutare la pratica sportiva. Inoltre, è possibile che i preparatori fisici con un po’ di carriera sulle spalle non abbiano le competenze per interrogare così a fondo i dati come farebbe un MSc. o un Ph.D. (21,22). Infine, si permette anche di far svolgere un po’ di pratica (nelle giovanili, prime o seconde squadre) vedendo le dinamiche in cui ci si dovrà muovere nel futuro nel caso si scegliesse questa strada (23,24).

L’autore del libro è a conoscenza che la parola sottoprestazione non sia corretta grammaticalmente, ma la mantiene per una maggior fedeltà al termine inglese “underperformance”. Di conseguenza, nella seguente opera si troverà ripetutamente la costruzione “condizione di sottoprestazione sportiva”.

Matteo Fortunati

BIBLIOGRAFIA

1. Kyröläinen H, Pihlainen K, Vaara JP, Ojanen T, Santtila M. Optimising training adaptations and performance in military environment. Vol. 21, Journal of Science and Medicine in Sport. Elsevier Ltd; 2018. p. 1131–8.

2. Kiely J, Tradition-driven E, Kiely J. Periodization paradigms in the 21st century. Int J Sports Physiol Perform. 2015;7:242–50.

3. Gronwald T, Törpel A, Herold F. Perspective of Dose and Response for Individualized Physical Exercise and Training Prescription.

4. Halperin I, Vigotsky A, Schoenfeld BJ, Behm D. Autonomy: A missing ingredient of a successful program? 2018.

5. Sands WA, Kavanaugh AA, Murray SR, McNeal JR, Jemni M. Modern techniques and technologies applied to training and performance monitoring. Int J Sports Physiol Perform. 2017;12:63–72.

6. Adesida Y, Papi E, McGregor AH. Exploring the role of wearable technology in sport kinematics and kinetics: A systematic review. Sensors. 2019;19(7).

7. Lewis NA, Collins D, Pedlar CR, Rogers JP. Can clinicians and scientists explain and prevent unexplained underperformance syndrome in elite athletes: an interdisciplinary perspective and 2016 update. 2016;1–10.

8. Dijkstra HP, Pollock N, Chakraverty R, Alonso JM. Managing the health of the elite athlete: A new integrated performance health management and coaching model. Br J Sports Med. 2014;48(7):523–31.

9. Evans R, McNamee M, Guy O. Ethics, Nanobiosensors and Elite Sport: The Need for a New Governance Framework. Sci Eng Ethics. 2017;23(6):1487–505.

10. Robertson S, Bartlett JD, Gastin PB. Red, amber, or green? athlete monitoring in team sport: The need for decision-support systems. Int J Sports Physiol Perform. 2017;12:73–9.

11. Kilic K, Ince ML. Use of Sports Science Knowledge by Turkish Coaches. Int J Exerc Sci. 2015;8(1):21–37.

12. Thorpe RT, Thorpe RT. Monitoring player fatigue status in the English Premier League. 2018;(July 2017).

13. Rave G, Fortrat JO, Dawson B, Carre F, Dupont G, Saeidi A, et al. Heart rate recovery and heart rate variability: use and relevance in European professional soccer. Int J Perform Anal Sport. 2018;18(1):168–83.

14. Peçanha T, Bartels R, Brito LC, Paula-Ribeiro M, Oliveira RS, Goldberger JJ. Methods of assessment of the post-exercise cardiac autonomic recovery: A methodological review. Int J Cardiol. 2017;227:795–802.

15. Mccall A, Davison M, Carling C, Buckthorpe M, Coutts AJ, Dupont G. Can off-field “brains” provide a competitive advantage in professional football? Vol. 50, British Journal of Sports Medicine. BMJ Publishing Group; 2016. p. 710–2.

16. Coutts AJ. Working fast and working slow: The benefits of embedding research in high- performance sport. Vol. 11, International Journal of Sports Physiology and Performance. Human Kinetics Publishers Inc.; 2016. p. 1–2.

17. Martin L. Sports Science Data Protocol. Sport Exerc Med – Open J. 2019;5(2):36–41.

18. Fullagar HHK, McCall A, Impellizzeri FM, Favero T, Coutts AJ. The Translation of Sport Science Research to the Field: A Current Opinion and Overview on the Perceptions of Practitioners, Researchers and Coaches. Sport Med. 2019;49(12):1817–24.