Running Economy: Parametri biomeccanici - Parte 3

Running Economy: Parametri biomeccanici - Parte 3


RUNNING ECONOMY: LA FISIOLOGIA DEI CAMPIONI DELLA MARATONA - Parte 1

RUNNING ECONOMY: EFFICIENZA CARDIORESPIRATORIA E METABOLICA - Parte 2

RUNNING ECONOMY: PARAMETRI NEUROMUSCOLARI - Parte 4



Questo articolo è tratto principalmente dalla review di Kyle R. Barnes & Andrew E. Kilding (2019). Running economy: measurement, norms, and determining factors, Sports Medicine – Open 1:8. (1).


Caratteristiche antropometriche

Peso corporeo e sua distribuzione

  • Aneddoticamente si può vedere nelle competizioni anche di alto livello che ci sono fino a 25kg di peso e/o 30 cm di altezza di differenza tra i partecipanti (1), di conseguenza non sembrerebbe ci siano “morfotipi” favorevoli. Si conosce, però, che il consumo di ossigeno aumenta se si incrementa il peso corporeo (2). La RE è stata relazionata, quindi, al peso totale e alla sua distribuzione all’interno del corpo, in particolare, negli arti (3). Il vantaggio dei corridori dell’emisfero australe è che hanno un corpo con gambe lunghe e snelle, con la maggior parte del peso ripartito nel torso; ciò darebbe loro un vantaggio “energetico” (4,5). Infatti, come è già stato mostrato, si sa che ogni aumento di 100g nella massa distale (nelle scarpe) aumenta il VO2 della locomozione linearmente tra lo 0,7% e l’1,1% [Le scarpe da maratona: come economicizzare il passo in gara]. In aggiunta, se si aggiungesse un peso equivalente sia al tronco che nelle scarpe, il consumo di ossigeno aumenterebbe dell’1% nel primo caso (torace) e del 10% nel secondo (scarpe) (6) e se un chilo venisse aggiunto alla coscia aumenterebbe il VO2 del 7%, mentre se fosse messo nel piede del 14% (7). (Non ci sono ulteriori evidenze di confronti tra peso sulla coscia o nella scarpa, per cui speculo che non sia proprio una relazione lineare tra le due condizioni, n.d.r.). Si ritiene, inoltre, che la dimensione e il peso del piede sia rilevante nel conteggio della RE generale (8).

Lunghezza delle gambe

Come spiegato nel paragrafo precedente, la distribuzione del peso nelle gambe ha un effetto sulla RE, ma non ci sono consensi generali su quanto essa stessa sia modificata dalla loro lunghezza (8). Il tema “lunghezza delle gambe e RE” è solo stato ricercato indirettamente e le indagini mostrano che gli sprinter hanno le gambe corte, mentre i corridori sulle distanze hanno le gambe lunghe (9) e dato che si conosce che gli sprinter hanno una RE peggiore degli atleti di fondo, si ritiene che questa caratteristica derivi anche (sottolineare “anche”, n.d.r.) da questo fattore, sebbene non si conosca fino a che punto. Unendo questo concetto con il paragrafo precedente, si può ritenere che chi ha le gambe più corte ha anche un maggior peso sulle stesse e quindi, minor RE.

Lunghezza del piede e larghezza di bacino e spalle

La lunghezza del piede è correlata negativamente con la RE in atleti d’élite. Si ritiene che anche la larghezza del bacino e delle spalle siano altri parametri da considerare, anche se non sono stati studiati (1).


Parametri biomeccanici


Inclinazione del tronco

L’angolo del tronco col terreno o il grado di inclinazione con il suolo durante la corsa incide con la RE. Infatti, si è maggiormente economici se è leggermente pronunciato (5,9°) rispetto agli altri due gruppi con il busto più verticale (3,3° e 2,4°). In aggiunta, il gruppo meno inclinato era anche quello meno economico (10).

Momento del braccio del tendine d’Achille (tdA)

La quantità di energia immagazzinata in un tendine dipende dalle proprietà meccaniche dello stesso e dalla forza che lo allunga. Si ritiene generalmente accettato che l’immagazzinamento e la restituzione dell’energia elastica nei tendini riduce l’energia di corsa (11). Sebbene in pochi soggetti, alcune ricerche sono riuscite a dimostrare una relazione tra la variazione della RE e il momento del braccio del tendine di Achille. In pratica, un ridotto braccio del tdA e un arto inferiore e meno flessibile aumentano la RE.

Stile di corsa

Si crede empiricamente che ogni corridore, con la pratica, tenda ad adottare e/o scegliere involontariamente il movimento più economico per le sue caratteristiche (12,13).

Lunghezza e frequenza del passo

Da numerosi studi si conosce che il consumo di ossigeno aumenta in maniera curvilinea se la lunghezza del passo viene modificata (aumentata o ridotta) rispetto a quella auto selezionata dall’individuo (14–16). Quindi, si ritiene che ogni atleta e/o runner amatoriale adotti lo stile di corsa più economico in base alle sue caratteristiche. In pratica, i passi troppo lunghi richiedono maggior potenza nella fase di propulsione, hanno un aumento dell’oscillazione verticale del centro di massa (verticalità) ed una maggior forza di frenaggio al contatto con il terreno, quindi sono dispendiosi. Al contrario, un passo troppo corto aumenta la frequenza di contrazione dei muscoli con incremento del dispendio energetico (8). Di conseguenza, pensare di aumentare la RE su un soggetto esperto tramite una modifica della lunghezza del passo sembra utopistica (17). Attenzione, in questo paragrafo ci si riferisce solo alla lunghezza del passo e non ad altre variabili.

Oscillazione verticale

I corridori più economici mostrano uno spostamento verticale più ridotto rispetto ai meno economici (18), in pratica “saltano” di meno mantenendo il baricentro basso.

Appoggio del piede

Ad oggi non ci sono evidenze che un appoggio del piede anteriore sia più economico di un contatto col suolo posteriore e viceversa (1).

BIBLIOGRAFIA

1. Barnes KR, Kilding AE. Running economy: measurement, norms, and determining factors. Sport Med - Open [Internet]. 2015 Dec 1 [cited 2022 Jan 14];1(1):1–15. Available from: https://sportsmedicine-open.springeropen.com/articles/10.1186/s40798-015-0007-y

2. Cooke CB, McDonagh MJN, Nevill AM, Davies CTM. Effects of load on oxygen intake in trained boys and men during treadmill running. https://doi.org/101152/jappl19917141237 [Internet]. 1991 [cited 2022 Jan 16];71(4):1237–44. Available from: https://journals.physiology.org/doi/abs/10.1152/jappl.1991.71.4.1237

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17. Bailey SP, Pate RR. Feasibility of Improving Running Economy. Sport Med 1991 124 [Internet]. 2012 Oct 7 [cited 2022 Jan 15];12(4):228–36. Available from: https://link.springer.com/article/10.2165/00007256-199112040-00002

18. Cavagna GA, Heglund NC, Willems PA. Effect of an increase in gravity on the power output and the rebound of the body in human running. J Exp Biol. 2005 Jun 15;208(12):2333–46.