Frequenza Cardiaca Massima (FCmax) per l'identificazione di una condizione di Overreaching non Funzionale negli Atleti

Frequenza Cardiaca Massima (FCmax) per l'identificazione di una condizione di Overreaching non Funzionale negli Atleti


INTRODUZIONE

Definizione. La frequenza cardiaca massima è il valore massimo dei battiti al minuto rilevato indistintamente tra allenamento, partita, test da campo o in laboratorio.

FCmax e prestazione. Si sa che più si è allenati nelle lunghe distanze (endurance) e meno si riesce a raggiungere una frequenza cardiaca massima elevata rispetto ad un soggetto non allenato o specialista in sport anaerobici alattacidi.

RISPOSTA AL CARICO

Risposta al carico acuto. Non si pensa possano esserci modifiche in acuto con una seduta di allenamento. Bisogna, però, essere consapevoli della fluttuazione circadiana propria di questa variabile all’interno del giorno.

Risposta al carico cronico. Sembra assodato che una FCmax ridotta si presenti in situazioni di overreaching funzionale, non funzionale ed overtraining (1)(2)(3). Da una review datata, un sovraccarico superiore alle due settimane porta ad una riduzione media di 3,6 bpm nella FCmax e un sovraccarico di ≤14 giorni di -7,5 bpm (4) o ad una differenza compresa tra il 3-7% tra adattamento positivo e disadattamento (de-training) (5). Overreaching funzionale. Un gruppo in OF ha avuto una riduzione della FCpicco tra il test pre/post sovraccarico (182 ± 5 vs 176 ± 6 battiti rispettivamente), diminuzione che non è avvenuta al gruppo di controllo (6). In un gruppo di amatori di endurance, la FCmax è scesa di -8 ± 4 battiti vs il controllo di -2 ± 4 battiti (p< 0,01) (7). Overreaching non funzionale. In giocatori juniores di livello nazionale danese la risposta ad uno Shuttle Run massimale è diminuita in soggetti che si ritenevano in ONF (pre: 199 ± 6 bpm; post: 188 ± 12 bpm) (8). Lo stesso è avvenuto in calciatori d’élite spagnoli (ONF: 179 ± 7 vs CTRL: 191 ± 7 bpm) (9) ed è anche stato osservato dall’autore in un giocatore seniores della nazionale italiana di hockey su pista. In questo caso, nota curiosa, la riduzione nella FCmax è stata di 20 bpm, infatti nessuno se ne sarebbe accorto (autore compreso in quanto questo capitolo non era ancora stato ipotizzato) se non fosse stato che il soggetto non riusciva ad entrare nella zona rossa della frequenza cardiaca (>90% FCmax), ma rimaneva sempre costantemente all’89% FCmax (allenamenti e partita). Da notare che l’hockey su pista ha solitamente 20-30 minuti nella fascia >90% FCmax ogni giorno, quindi questo dato era fuori dalla normalità statistica. Altro fattore che ci ha fatto riflettere è stata l’affermazione del giocatore “faccio di tutto, ma non riesco ad entrare nella zona rossa”. A questa situazione, sono stati inoltre riferiti riduzioni della qualità del sonno (sonno non ristoratore), sensazione di stanchezza, di non recupero e una partita sottotono. I dati per adesso non sono ancora stati pubblicati su una rivista scientifica, ma è in programma la scrittura della ricerca.

MISURAZIONE & MONITORAGGIO

Si possono utilizzare test massimali in laboratorio o da campo (bisettimanali o trisettimanali) oppure la FC rilevata in partita e allenamento come monitorato dall’autore.

STATISTICA

Cambiamento di interesse. Empiricamente si può osservare che cambiamenti in assoluto di almeno ≥5 battiti al minuto in condizioni non standardizzate possano essere un parametro di allerta per gli atleti che non stanno tollerando il carico di lavoro. Per questo marker si ritiene sia utile ottenere una relazione della differenza tra le FCmax e la FCrip e relazionarla con la riduzione della FCmax riscontrata durante i casi di OF ed ONF. Per poter generalizzare un cut-off relativo sono necessarie ulteriori ricerche che mostrino la riduzione “media” riferita alla percentuale di battiti massimi.

INTERPRETAZIONE

L’andamento della FCmax deve sempre essere interpretato in relazione al periodo di carico in cui si trova l’atleta in quanto decresce sia in caso di OF. ONF ed OT (6)(7).

LIMITAZIONE & FUTURI SVILUPPI

La FCmax ha i limiti della variabilità intrinseca giornaliera della FC il che può rendere difficoltoso distinguere tra cambiamento indotto dalla fatica o instabilità della stessa (2). Per un controllo quantitativo del marker sarebbero necessarie prove massimali a cadenza fissata, altrimenti, come consigliato dall’autore, si potrebbe indagare il dato rilevato in partita e allenamenti ad alta intensità. Se si utilizzano test massimali bisogna tenere conto della motivazione dei soggetti a raggiungere l’esaustione (effetto confondente).

Ritmo circadiano della FCmax. La FCmax ha mostrato una variazione circadiana nelle 24 ore. Infatti, in generale si assiste ad una differenza tra il valore misurato alla mattina (maggiore) rispetto a quello monitorato a mezzanotte senza che ci siano decrementi nella prestazione (10), anche se non tutte le ricerche hanno mostrato una tale ritmicità (11).

Rappresentazione visiva della ritmicità della frequenza cardiaca massima durante uno sforzo massimale. Tratta da Afonso et al., (2006).

APPLICAZIONE PRATICA

È un marker interessante ed ha una grande applicabilità nel campo reale perché è un dato molto facile da estrapolare dai report dei cardiofrequenzimetri. Si consiglia di portare quasi ad ogni allenamento (a parte quelli prettamente rigenerativi o di recupero) la FCmax ad almeno il 95% FCmax (o -5/-7 bpm FCmax) individuale per rilevare eventuali decrescite della stessa e collegarle ad uno stato di fatica. Solitamente questa intensità è comunque raggiunta nella totalità delle sedute fisiche. Si consiglia, inoltre, di valutare la FCmax in partita che potrebbe diventare, insieme al giorno più pesante (MD+2/+3), il valore “gold standard” del microciclo.

BIBLIOGRAFIA

1. Achten J, Jeukendrup AE. Heart rate monitoring: Applications and limitations. Sport Med. 2003;33(7):517–38.

2. Bosquet L, Merkari S, Arvisais D, Aubert AE. Is heart rate a convenient tool to monitor overreaching? A systematic review of the literature. Br J Sports Med. 2008 Sep 1;42(9):709–14.

3. Urhausen A, Kindermann W. Diagnosis of overtraining: What tools do we have? Sport Med. 2002;32(2):95–102.

4. Bosquet L, Merkari S, Arvisais D. Is heart rate a convenient tool to monitor over-reaching? A systematic review of the literature (British Journal of Sports Medicine (2008) 42, (709-714)). Br J Sports Med. 2008;42(12):1016.

5. Zavorsky GS. Evidence and Possible Mechanisms of Altered Maximum Heart Rate With Endurance Training and Tapering. 2000;29(1):13–26.

6. Aubry A, Hausswirth C, Louis J, Coutts AJ, Buchheit M, Le Meur Y. The development of functional overreaching is associated with a faster heart rate recovery in endurance athletes. PLoS One. 2015;10(10):1–16.

7. Coates AM, Hammond S, Burr JF. Investigating the use of pre-training measures of autonomic regulation for assessing functional overreaching in endurance athletes. Eur J Sport Sci. 2018;18(7):965–74.

8. Brink MS, Visscher C, Schmikli SL, Nederhof E, Lemmink KAPM. Is an elevated submaximal heart rate associated with psychomotor slowness in young elite soccer players? Eur J Sport Sci. 2013;13(2):207–14.

9. Boullosa DA, Abreu L, Nakamura FY, Muñoz VE, Domínguez E, Leicht AS. Cardiac autonomic adaptations in elite spanish soccer players during preseason. Int J Sports Physiol Perform. 2013;8(4):400–9.

10. Afonso LDS, Dos Santos JFB, Lopes JR, Tambelli R, Santos EHR, Back FA, et al. Maximal heart rate on treadmill at different times. Rev Bras Med do Esporte. 2006;12(6):285–9.

11. Cohen CJ. Human circadian rhythms in heart rate response to a maximal exercise stress. Ergonomics. 1980;23(6):591–5.