Utilizzo della variabilità della frequenza cardiaca (HRv) per programmare i carichi di allenamento in acuto (HRv-based training)

Utilizzo della variabilità della frequenza cardiaca (HRv) per programmare i carichi di allenamento in acuto


Per modificare l’intensità dell’esercizio tramite la variabilità cardiaca sono stati utilizzati sia soggetti amatoriali sia atleti molto allenati e, in generale, si hanno maggiori guadagni prestativi rispetto ad un gruppo con una periodizzazione tradizionale. Per questo scopo è stato interpretato il cambiamento giornaliero del LnRMSSD, ma anche l’indice HF (83,152) .

Rappresentazione del metodo con cui applicare la modifica delle sedute allenanti con il controllo della variabilità cardiaca. Tratta da Kiviniemi et al., 2007 e Javaloyes et al., 2019. Quando la variabile dell’HRv (es. LnRMSSD) rimane entro il minimo cambiamento di interesse o nella fascia superiore (HRv + nel grafico) si prescrivono sedute ad alta o moderata intensità, mentre se la variabile dell’HRv è oltre il range inferiore del minimo cambiamento di interesse (HRv -) riflettendo uno stato di affaticamento si prescrivono sedute a bassa intensità o di scarico. Il razionale alla base è che non possono esserci più di due sedute identiche di seguito (due di alta intensità o due di scarico). A = alta intensità; B = bassa intensità; OFF = recupero completo; HIIT/MOD = la seduta HIIT o a moderata intensità è alternata ogni settimana; HRv- = affaticamento indicato dall’HRv; HRv+ = supercompensazione indicata dall’HRv


Questo albero di decisioni è stato utilizzato nel ciclismo e hanno utilizzato per le sedute a bassa intensità tra i 120 e i 180 minuti sotto la prima soglia ventilatoria (VT1), come seduta a moderata intensità 40 minuti tra la prima e la seconda soglia ventilatoria (VT1 < x > VT2), per la seduta HIIT un 4 x 8 minuti sopra la seconda soglia ventilatoria (>VT2) con recupero di 3 minuti e come seduta ad alta intensità 30 minuti a VT2. I ciclisti avevano in media 55 di VO2max e la potenza alle varie soglie era, rispettivamente 189 W in VT1, 253 W in VT2 e 339 W come potenza di picco (83). Si ritiene, però, che questo algoritmo decisionale sia utilizzabile solo con soggetti amatori o senza pretese competitive, infatti la programmazione degli stimoli in un atleta d’élite è molto più complessa e sicuramente non si può utilizzare un approccio così semplicistico.

Un altro gruppo di ricerca con un campione di atleti di livello internazionale di cross-country ski, utilizzando un test di 15 minuti (8 minuti supini, 7 minuti in ortostatismo) al risveglio a vescica vuota, ha considerato la banda HF ed LF in unità assolute e normalizzate (153). Il loro metodo di programmazione era il seguente:

Ø Un mantenimento o un aumento della banda HF permette di incrementare il carico di lavoro rispetto al giorno precedente.

Ø Una riduzione della banda HF (≤30%) rispetto al giorno precedente riduce il carico di lavoro.

Ø Due giorni consecutivi in cui si riduce la banda HF si trasformano in un giorno di riposo completo.

Ø Dopo un giorno di riposo completo si prescrive una seduta a basso o medio volume.